VILLA TURCONI
Villa Turconi, attribuita all’architetto Carlo Francesco Silva di Morbio Inferiore, è una delle più belle costruzioni fra quante nel Settecento e nell’Ottocento sorsero nel distretto.
L’edificio a due piani a monte e a tre con la cucina e le cantine a valle, si sviluppa attorno ad un grande salone d’onore poligonale che la occupa in quasi tutta la larghezza e dal quale partono gli ingressi interni. Il salone e cinque delle stanze attorno ad esso sono decorati con plafoni a cassettoni dipinti e con fasce di affreschi.
Nel salone centrale si affacciano due balconcini interni che dall’alto guardano il locale, dove è esposta parte della collezione di quadri della fondazione MaBeBa.
Una grande terrazza stretta dai due corpi avanzati, offre al visitatore una stupenda visione sulle terre dei Turconi e la casa colonica di Vigino. Sulla facciata è stata recentemente restaurata la grande meridiana dipinta.
Nell’ala di sinistra si trovano due stanze che guardano verso il giardino, ora adibite ad uffici, dove si possono ammirare i soffitti a cassettone dipinti e alle pareti le fasce di affreschi assai elaborate, con ornati e prospettive architettoniche, città marine, porti, palazzi, ecc. Verso l’interno c’è quella che oggi viene chiamata “sala verde” – a motivo del recente rinnovo dell’arredamento che riprende il colore verde dei due portoni principali del salone centrale.
Nell’ala di destra ci sono due locali – ora uniti tra loro e adibiti a refettorio per le suore- con i soffitti e le fasce affrescate,in parte databili inizio Ottocento e in parte del Settecento ed un caminetto d’Arzo settecentesco. A fianco si trova un grande refettorio con alle pareti i quadri della collezione MABEBA.
Sempre in quest’ala, a settentrione, verso la corte interna, un’altra coppia di stanze che presenta, oltre ai soffitti in legno dipinti, delle fasce affrescate con vedute romane e delle didascalie sotto ogni quadro ad indicare il tema del dipinto.
Il secondo piano ospita alcune aule, delle camere da letto per l’internato e un gruppo educativo. Lungo i corridoi e le scale continua la collezione di quadri.
Al piano terra si trovano la stireria, la lavanderia, le cantine, la dispensa e la cucina. Esternamente, sotto la terrazza, c’era una grotta artificiale di tufo, eliminata per ragioni di umidità. È rimasta la fontana con un Bacco che versa l’acqua da una botte ad una conchiglia ed un delfino.
Il giardino
Lo splendido giardino a terrazzi di Villa Turconi offre una varietà di piante da frutto e di fiori, oltre che un orto ed un vigneto. Il muretto del primo ripiano, davanti alla grotta, è adornato da quattro statue in pietra di Saltrio raffiguranti la scienza, la poesia, la filosofia e la musica. Il ripiano inferiore è collegato da una duplice rampa di scale, con cordonate in sarizzo.
Il rustico
È la prima e più antica dimora dei conti Turconi, risalente al Seicento, con un ingresso porticato che dà sulla strada. All’interno è stato conservato unicamente l’antico soffitto ligneo, mentre il resto è stato adattato. Oggi ospita un gruppo educativo, gli spazi per l’internato e delle aule.
Le “scuderie”
Edificio a 3 piani, un tempo utilizzato per le scuderie, che si affaccia sul cortile della Villa. Il piano terra è oggi adibito ad aule (classi, biblioteca, ambulatorio logopedico) e sale da pranzo per i ragazzi, al piano superiore si trovano le stanze da letto e i luoghi ricreativi dei gruppi educativi, mentre il piano inferiore è occupato dalla palestra e dagli atelier di terra creta e di pittura.
La fattoria
Il motivo che spinge ad elaborare un progetto per riavviare l’azienda agricola è la possibilità che questa possa divenire un luogo dove accogliere quei giovani che durante o al termine degli studi hanno difficoltà ad affrontare nuove sfide nella vita.
La cappella
La chiesetta di San Carlo è inserita nella prima costruzione – il rustico – ed è quindi la parte più antica del complesso, decorata con alcuni motivi a stucco del XVII e XVIII secolo. Sopra l’altare vi è la pala raffigurante S. Carlo Borromeo, del XVII secolo, e sulla parete di sinistra un affresco con S. Gerolamo, contornato da stucchi, del XVIII secolo.
Riferimento bibliografico per i dati storici e architettonici:
G. Martinola, Inventario delle cose d’arte e di antichità del distretto di Mendrisio, Vol. 1, Edizioni dello Stato, 1975, pp. 159-161.